Viaggio nell’alveare

Viaggio nell’alveare

Moltitudine di api!
Entra ed esce
dal carminio, dall’azzurro,
dal giallo,
dalla più tenera
morbidezza del mondo:
entra in
una corolla
precipitosamente,
per affari, esce
con un vestito d’oro
e gli stivali
gialli.
(Pablo Neruda)

Le api sono meravigliosi insetti sociali con capacità organizzative straordinarie. Si pensi che in un alveare vivono dalle 20 alle 70 mila api, e ognuna sa esattamente quale sia il suo compito.

Le api da miele lavorano giorno e notte – a turno – e dormono all’interno dell’alveare (i loro modelli di sonno cambiano man mano che crescono): ciò consente un’attività costante h24/7 , quali fossero un vero e proprio concierge della Natura.

Il 20 maggio si celebrano le api e il loro instancabile lavoro da cui dipendono, almeno in parte, tre quarti delle coltivazioni agricole mondiali. Si tratta del World Bee Day, la Giornata mondiale delle api: un’occasione per riflettere sull’importanza degli impollinatori.

Perché proprio il 20 maggio? Il World Bee Day si celebra il 20 maggio in onore di Anton Janša (20 maggio 1734 – 13 settembre 1773), allevatore e pittore sloveno noto per essere stato uno dei pionieri dell’apicoltura moderna.

Professore di apicoltura alla corte imperiale austriaca – l’imperatrice Maria Teresa obbligò tutti gli apicoltori a seguire le indicazioni contenute nei suoi trattati – Janša fu il primo a intuire che i fuchi (i maschi delle api) fertilizzavano la regina a mezz’aria e non erano – come si pensava all’epoca – semplicemente incaricati di portare acqua nell’alveare.

Egli modificò inoltre la forma e le dimensioni dei telaini delle arnie, in modo che potessero essere sistemati uno dietro l’altro, come blocchi. Da pittore, decorava la parte frontale dei suoi telaini con dipinti.

La vita nell’alveare

Le casette in legno colorato che si vedono nei prati, disposte una accanto all’altra, si chiamano arnie e sono vere e proprie dimore che l’apicoltore utilizza per allevare le api. All’interno si trova il nido, formato da più favi in cera, che le api lavorano, creando tante piccole cellette di forma esagonale. Al loro interno l’ape regina – mamma di tutte le api – depone le uova, che diventeranno larve e poi attraverso una metamorfosi, api.

Le cellette servono anche da magazzino per nettare e polline – principali alimenti per le api – che l’insetto raccoglie con pazienza volando di fiore in fiore in primavera ed estate.

Negli alveari – in alcuni periodo dell’anno – si trovano anche i fuchi (i maschi) che hanno come unico compito, quello di fecondare la regina nei suoi voli nuziali.

La vita media di questo insetto non è così lunga: vive circa 60 giorni, durante i quali svolge compiti diversi. Fino al ventesimo giorno le api non escono dall’alveare e si occupano di pulire il loro nido, di nutrire le larve e l’ape regina, di costruire le cellette con la cera che loro stesse producono.

Solo dopo che le api iniziano a fare i primi voli all’esterno, imparano a riconoscere la posizione del loro alveare nello spazio circostante e iniziano a raccogliere il loro bottino dai fiori: ecco perché in questa fase vengono chiamate “bottinatrici”.

Nell’ultima fase della loro vita le api diventano esploratrici, partono prima dell’alba e vanno alla ricerca di fiori. Quando li trovano tornano al loro alveare cariche di dolce nettare. Danno una gocciolina di quel nettare alle bottinatrici in attesa, facendo loro capire quale profumo devono cercare e poi eseguono in volo una vera e propria danza, indicando alle sorelle la direzione che devono seguire.

I lavori in apiario

Un bravo apicoltore svolge la sua attività con passione, cercando di conoscere al meglio le caratteristiche e i comportamenti delle api, per essere in grado di leggerne i segnali, e così accorgersi tempestivamente se qualcosa non funziona.

Ovviamente le api non si possono addestrare, ne riconoscono l’apicoltore come fosse il loro padrone. Tuttavia, alcuni studi dimostrano come sappiano invece percepire se chi le avvicina sia agitato o meno, sensazioni che si rispecchiano anche nei comportamenti dell’insetto, che può essere più o meno aggressivo. Le api sono infatti dotate di un pungiglione che utilizzano solo in caso di necessità, per difendere la famiglia dai pericoli.

L’apicoltore si occupa dell’alveare e delle sue necessità in ogni stagione, ma è soprattutto in primavera ed estate che si concentra il “lavoro”. In questo  periodo infatti le api raccolgono nettare in grande quantità. Una volta immagazzinato e maturato diventa miele, che poi l’apicoltore raccoglie ed estrae attraverso la smielatura.

Esistono vari tipi di miele, in base alla maggior concentrazione di un certo tipo di nettare. Alcuni tipi di miele sono definiti monoflora: tarassaco, robinia, castagno, eucalipto, agrumi ecc.; queste tipologie sono state prodotte, quasi esclusivamente con il nettare proveniente dai fiori di queste piante. Altri invece vengono definiti millefiori perché sono composti da nettari provenienti da diverse fioriture.

Il miele è ricco di proprietà: un vero alleato per la nostra salute e un ottimo sostituto dello zucchero.

L’ape, custode del nostro ambiente

 “Se l’ape scomparisse dalla terra all’umanità resterebbero quattro anni di vita”. Questa frase – attribuita ad Albert Einstein – contiene una grande verità.

L’ape infatti, volando di fiore in fiore favorisce l‘impollinazione incrociata, portando il polline da un fiore all’altro. É stato dimostrato che la stessa pianta di ciliegio produce frutti molto migliori e saporiti se viene visitata dalle api.

Alcune piante per produrre il seme hanno bisogno di insetti impollinatori: si può quindi concludere che senza gli insetti apoidei molti frutti non verrebbero più prodotti e molte piante non potrebbero più riprodursi. 

Le api sono inoltre delle spie di salubrità dell’ambiente: dove non volano c’è un’alta concentrazione di agenti inquinanti che non permettono loro di vivere e che, di conseguenza, sono dannosi anche alla nostra salute.

Purtroppo negli ultimi decenni la vita per questi utili insetti è diventata sempre più difficile: dai nuovi parassiti e acari che attaccano l’alveare, all’aumento dell’uso di pesticidi ed altri prodotti chimici in agricoltura, che indirettamente vanno a colpire anche le api… Fino alla scarsa biodiversità che caratterizza oggi le campagne: le monocolture hanno ridotto largamente la varietà di fiori dai quali le api possono trarre il loro nutrimento, così come il disboscamento, che ha ridotto le siepi selvatiche attorno ai terreni coltivati, e i prati all’inglese che non lasciano la possibilità ai fiori di crescere.

Molto significativo a riguardo della tematica è il film d’animazione Bee Movie.

Fonte

www.ecobnb.it/
www.focus.it

Maggio 2021